Il mio karma evidentemente è legato alla nicotina; non so immaginare il perchè (forse in una vita precedente sono stata uno sporco proprietario di una piantagione di tabacco particolarmente pezzo di m...a ... chi può dirlo), ma pare sia un legame inscindibile e forte.
Unica non-fumatrice in una famiglia di accaniti e violenti fumatori, tranne una fase - 8 anni - con fidanzato rompiballe, traditore, paranoico ... ma senza il vizio, per il resto mi sono SEMPRE accompagnata a tossici di livello quasi professionale. E vabbè, il fumo passivo ormai è il mio ossigeno, e così sia. Però.
Per chissà quale inspiegabile motivo mi trovo di nuovo a condividere il momento cruciale nella vita di un uomo: smettere di fumare.
Ora.
NON gli ho MAI suggerito di smettere (abbiamo già dato, non ripeto gli errori), NON gli ho nemmeno CHIESTO se ci stava pensando, NON mi sono MAI lamentata del fumo in cui mi trovavo a galleggiare, sera dopo sera, gli compravo IO le sigarette (!!!) quando stavano per finire (onde evitare serate da incubo alla caccia del distributore funzionante al grido di "Oddio, domani mattina che faccio??!!"). Insomma, vivi e lascia fumare, per me andava bene così. Mi sarei arrabbiata per la bombola d'ossigeno così antiestetica in salotto, avrei forse pianto un po' al funerale troppo anticipato... ma poco male. Ci si organizza.
Invece.
Da 2 giorni il tornado "Smetto" si abbatte sulla mia vita. Allertate Bertolaso.
Ci sono già passata, anni fa. Pensavo d'aver chiuso. Sbagliavo. Ogni esperienza serve e la mia si sta rivelando utile adesso. Conosco il copione, la mia parte è sempre la stessa, solo un po' più moderna nell'interpretazione (minor coinvolgimento emotivo).
Giorno1:
"Smetto. Mi sono accorto di aver finito le sigarette, dal tabaccaio non c'erano, voglio chiudere con questa schiavitù".
"Mmmmh, c'è qualche schifezzina in casa?" (NdB*: caramella, cioccolatino, nutella, biscottino, salatino ... ). "Non ne potevo più, preparati perchè sarò molto nervoso". "Povera te ..." (con compatimento, senza leggere il sarcasmo e la rassegnazione nei miei occhi ...). "Questa casa è un casino" (laddove per casino si intende la SUA scrivania invasa da carte, i SUOI vestiti abbandonati sulla cassettiera, le SUE bollette impilate in cucina e in camera da letto ... e io taccio e sistemo quanto posso).
Giorno 2 (stamattina):
"Non ho chiuso occhio. Accidenti, oggi mi schianterò in macchina andando a Pescara. Poco male" (ancora accettabile, catastrofico, definitivo ma ci si può stare).
"Che giornata del cazzo." (c'è il sole, finalmente)
"C'è un bordello di roba da lavare, non capisco come sia possibile che i panni si accumulino così, sto perdendo il controllo, c'è il caos" (ieri e l'altroieri sera lavatrici - fatte da me, ieri sera - lui giocava a calcetto - ho stirato camicie per tutto "RIS"). "Il tuo modo di fare il bucato è incomprensibile e illogico" (mi si contestano temperature e programmi, da 30° a 40°, da 30 minuti a 70. Sono un disastro, devo fare un corso di aggiornamento).
"Vabbè, ciao, io vado" (con fare sbrigativo, incazzato - ma che mi chiamo nicotina? - colpevolizzante e risentito).
Buon San Valentino a me.
Attendo con impazienza l'alba del Giorno3.
;)
* Nota del Blogger
mercoledì, febbraio 14, 2007
Esperienze che si ripetono
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