L'elenco delle staffilate al mio (scarso) amor di patria continua ad allungarsi.
Ogni colpo riacutizza i precedenti, rendendo l'insieme insopportabile.
Continuo a coltivare (inutilmente, ahimè) il sogno di fuggire da questo Paese incapace di pensiero, pecora (con tutto il rispetto per il caro ruminante), adoratore della furbizia e della stupidità, superficiale, arrogante, volgare e irresponsabile.
Incatenata da famiglia, conti, balzelli e stipendio non in grado di consentirmi il balzo, invidio chi ha saputo cogliere l'opportunità ed è fuggito all'estero.
Un mondo di piccinerie, decisioni e giudizi frettolosi, risciacqui di mani strombazzati ai quattro venti, la pretesa di possedere in esclusiva verità universali (e l'unica chiave per comprenderle) mi deprime ogni giorno di più.
L'abitudine a tutto questo non arriva mai.
La sola possibiltà della rassegnazione mi atterrisce.
mercoledì, ottobre 31, 2007
Incubi a occhi aperti
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