mercoledì, marzo 19, 2008

Italia, il Paese delle mamme

E' da lunedì che tento di PARLARE con un operatore al CUP del Fatebenefratelli.
Non prenotare, non farmi visitare, non illustrare i miei dubbi/paure/desideri ad un medico (per quello ho pagato - 120 euro - un medico che lì effettivamente lavora, ma nel suo studio privato, altrimenti stavo ancora aspettando di sapere se il prossimo anno avrei potuto avere accesso all'uscio del reparto in cui lavora), ma solo PARLARE con un operatore che mi dica COSA devo scrivere sulla richiesta del medico della ASL per poter poi RICHIAMARE il suddetto CUP e prendere un appuntamento A PAGAMENTO (150 euro, già lo so).
So che devo sentirmi anche fortunata; ho trovato un medico bravo che lavora al Fatebenefratelli. Se il tuo medico non lavora lì puoi sognarti un esame/operazione là dentro. Non oso aspettarmi di pagare il ticket (e ne avrei diritto eh!), intendo PAGARE.

Da LUNEDI' chiamo; nel frattempo, non potendomi permettere di passare il tempo limandomi le unghie - io LAVORO, bizzarro passatempo, lo so - scrivo email, studio e stilo documenti, controllo il lavoro di altri, partecipo a riunioni. Ma chiamo. Chiamo. Chiamo. Chiamo. Chiamo.
Stamattina - esasperata - sono riuscita a parlare con il centralino (quello che ti dà poi il numero del suddetto CUP, che io ho già, ripeto, il mio medico lavora lì) per sapere se c'è qualche problema (Pasqua anticipata? Sciopero? Ritiro spirituale dei centralinisti? Corso di aggiornamento e formazione degli operatori del Call Center?) e una "cortese" signorina mi ha spiegato (arrivarci per me era certamente impossibile ...) che gli operatori sono occupati (urca!!! che sagace intuizione!!!), provare, provare, provare, prima o poi qualcuno le risponderà signora.

Allora riprovo. Dedico la mattina alla chiamata. Mi scuso coi colleghi (lavoro in un open space) e stresso tutti col viva voce che ripete "Le linee sono tutte occupate e ci sono 9/8/7 ecc. chiamate prima della vostra". Poi, dopo un countdown che dura circa 15 minuti "L'interno è ancora occupato, se desidera parlare con un operatore attenda in linea" (evviva! Ho risalito la classifica! Ora toccherà a me!).
"Siamo spiacenti. Il numero è occupato. Chiami un altro interno" (quale? Il vostro numero è questo! Chiedo quello della Neuro per anticiparmi?).
E via così per 8 VOLTE. Fatevi il conto di quanto è costata sta telefonata.

Mi dispiace, mi vergogno, l'ho dovuta fare dal posto di lavoro (ho provato col cellulare personale, ma quando alla fine, dopo i primi 15 minuti di attesa mi ha attaccato il telefono in faccia ho deciso che se volevo lasciarmi i soldi per pagare l'esame dovevo usare il fisso e - a meno di darmi malata - chiamare da casa in orario utile era impossibile).
Insomma, dopo le 8 VOLTE una cortese signorina di nome Benedetta mi ha risposto. Finalmente. E mi ha risposto che DEVO ANDARE DI PERSONA, il martedì (ieri) e venerdì dalle 10 (fino a che ora? Non lo so signora, ma "penso" che alle 12.30 chiudano, non ne sono sicura, sa, noi chiudiamo ...). Per un esame che presuppone un certo risultato da un esame precedente vecchio non più di un mese prima, tra il 5° e il 12° giorno del ciclo (che 'sto stress farà sballare sicuramente) del mese prossimo a 'sto punto (e quando sarà? Bah ...).

Se trovo un altro stronzo (e ne ho trovati, eh) che mi dice "Eh, 'ste donne di oggi. Nessuna volontà di sacrificio. Nessuna considerazione per il dono della vita. Egoiste e calcolatrici. Vogliono tutto e subito, pure il figlio biondo e con gli occhi azzurri quando gli pare a loro ..." stavolta finisco in prima pagina. Ma spero che qualcuno lo faccia, almeno mi sfogo e non mi ritarda il ciclo. Ho un esame da fare io!

Ah! L'esame di cui sopra è invasivo e doloroso (manco a dirlo); nel senso che trattasi NON di massaggio shiatsu, acconciatura o manicure. No, tanto per chiarire ... Si dovesse pensare male ...

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